Visitare le mete più importanti della Sicilia

Visitare le mete più importanti della Sicilia (Catania, Palermo e fare tappa ad Agrigento per vedere la Valle dei Templi) e hai poco tempo a disposizione.

Se hai intenzione di visitare le mete più importanti delle Sicilia e hai a disposizione poco tempo, il triangolo che ti proponiamo è il seguente: Catania, Palermo e Agrigento con la Valle dei Templi.

Se hai a disposizione un week end e desideri almeno coprire 3 delle mete più belle che la nostra splendida isola offre, completa l’articolo e ne vedrai delle belle.

 

DAY 1. CATANIA

L’aeroporto di Catania-Fontanarossa “Vincenzo Bellini” è il principale scalo aereo del Mezzogiorno terzo in Italia (al 2021) per traffico passeggeri e secondo in Italia per traffico nazionale. Inoltre, la tratta Catania-Roma è la più trafficata a livello nazionale e la quarta in Europa.

Il 5 maggio 2007, alla presenza dell’allora Ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi, è stata inaugurata la nuova aerostazione intitolata a Vincenzo Belloni, nella quale accogliere, con elevati standard di qualità di servizio, l’incremento del traffico aereo previsto per lo scalo etneo. Il vecchio Terminal “Filippo Eredia” è rimasto in funzione fino alla sera del 7 maggio del 2007 in concomitanza con l’apertura al pubblico del nuovo terminal (all’alba dell’8 maggio 2007) denominato Terminal A. Inoltre, il 14 luglio 2018 è stato aperto al pubblico anche il nuovo Terminal C riservato ai voli EasyJet verso destinazioni in area Schengen.

Fonte: Wikipedia

 

Iniziamo questo triangolo della passione da Catania, che come citato precedentemente rappresenta il punto di arrivo Siciliano per eccellenza, terzo in Italia per traffico passeggeri.

 

Piazza Duomo

Il centro storico di Catania rappresenta il cuore della città, coperta da un ottimo servizio di metropolitana da autobus e finalmente dal 2022 anche da monopattini elettrici.

La prima meta che un turista non può non vedere è indubbiamente piazza duomo.

Piazza Duomo Catania

Piazza Duomo Catania

Piazza del Duomo di Catania è la principale piazza della città. In essa confluiscono tre strade, ovvero la via Etnea, la storica asse cittadina, la via Giuseppe Garibaldi e la via Vittorio Emanuele II che la attraversa da est ad ovest. Sul lato orientale della piazza sorge il Duomo, dedicato alla patrona della città festeggiata il 5 febbraio.

Sul lato nord si trova il palazzo degli Elefanti, ovvero, il Municipio. Dall’altro lato della piazza sono collocate la fontana dell’Amenano, molto famosa per gli abitanti, dentro la quale vengono gettate delle monetine (come nella fontana di Roma) e, accanto, il palazzo dei Chierici che è collegato al Duomo da un passaggio che corre sulla porta Uzeda. Alle terrazze del palazzo del Seminario dei Chierici e di porta Uzeda si può accedere dal Museo diocesano di Catania che ha sede nel palazzo del Seminario dei Chierici attiguo alla Cattedrale. Dalle terrazze si possono ammirare due splendidi panorami: da un lato, lo spettacolo di piazza del Duomo di Catania con la fontana dell’Elefante e via Etnea con il monte Etna sullo sfondo; dall’altro, le mura di Carlo V, il porto di Catania con gli archi della Marina fino al castello Ursino. La porta di Carlo V fa parte dell’unico tratto rimasto delle mura della città.

Al centro della piazza si trova quello che è il simbolo di Catania, ovvero “u Liotru”, una statua in pietra lavica raffigurante un elefante, sormontata da un obelisco, posta al centro di una fontana in marmo più volte rimaneggiata. Le terme Achilliane sono delle strutture termali sotterranee datate al IV-V secolo e situate circa 4/5 metri sotto piazza del Duomo. Si accede alle terme accedendo al Museo diocesano di Catania: un corridoio con volta a botte ricavato nell’intercapedine tra le strutture romane e le fondamenta della cattedrale (il cui accesso è costituito da una breve gradinata di epoche diverse posta a sinistra della facciata) consente di fare un viaggio nelle viscere della città, dove scorre il fiume Amenano le cui acque risalgono in superficie nella vicina fontana dell’Amenano nella piazza antistante. Il nome dell’impianto è dedotto da un’iscrizione su lastra di marmo lunense ridottasi in sei frammenti principali molto lacunosi, risalente probabilmente alla prima metà del V secolo, oggi esposta all’interno del Museo civico al Castello Ursino.

Fonte: WIKIPEDIA

 

Piazza Università

La sua esistenza risale almeno al 1696 quando, sul lato ovest, venne edificato il palazzo dell’Università dopo le distruzioni causate dall’evento sismico del 1693. Il palazzo venne edificato su progetto di diversi architetti fra i quali Francesco e Antonino Battaglia e Giovanni Battista Vaccarini. Sul lato est, di fronte al palazzo dell’Università, si trova il palazzo San Giuliano costruito nel 1738, per i Paternò Castello marchesi di San Giuliano, su progetto dell’architetto Giovan Battista Vaccarini.

Piazza università Catania

Il Castello Ursino

Il castello Ursino di Catania fu costruito da Federico II di Svevia nel XIII secolo. Il maniero ebbe una certa visibilità nel corso dei Vespri siciliani, come sede del parlamento e, in seguito, residenza dei Sovrani di Sicilia della dinastia aragonese fra cui Federico III. Oggi è sede del Museo civico della città etnea, formato principalmente dalle raccolte Biscari e dei Benedettini.

Piazza università Catania

Via Etnea & Villa Bellini

Un giro dal mare fino alla circonvallazione di Catania e il parco Gioeni, dove riposarsi dopo una camminata di circa 3,5 km e ammirare la vista dell’Etna.

Via Etnea è la via più importante di Catania, incrocia Corso Italia (dove risiedono i negozi più trend della città) e abbraccia molteplici attività e attrazioni come la famosissima villa Bellini.

 

Villa Bellini

Per i catanesi il Giardino Bellini è semplicemente ‘a Villa, luogo di svago, di relax, di passeggiate e di incontri.
Occupa, nel suo complesso, una superficie di 70.942 mq all’interno della quale si dispongono, aiuole fiorite, piazze per manifestazioni sportive e musicali, panchine per il riposo e la lettura, viali ombreggiati e fontane. Una parte dello spazio, oggi occupato dalla villa, costituiva l’antico‘Labirinto’, pittoresco giardino che circondava un edificio realizzato, nel ‘700, da Ignazio Paternò Castello principe di Biscari. L’abitudine di costruire giardini con percorsi intricati nei quali gli ospiti si potessero facilmente smarrire, era una delle tante mode diffuse nell’Europa del Settecento quando si fondevano e convivevano la razionalità e la fantasia, il gusto per le ‘meraviglie’ e il rigore scientifico. Intorno alla metà dell’Ottocento il Comune di Catania acquistò la villa della famiglia Paternò Castello per costruirvi un parco pubblico. Negli anni successivi furono acquisiti nuovi terreni per dare ancora più spazio al giardino e consentire alla popolazione catanese di recarsi in un grande luogo verde, ricchissimo di decorazioni floreali, palmizi, alberi centenari e fontane. Tra le pagine di una breve ma essenziale guida di Catania, edita nel 1899, troviamo una gustosa descrizione del giardino che, sin dalla sua apertura, fu considerato uno dei più belli d’Europa. “Il Giardino Bellini – leggiamo nella guida – è il ritrovo più simpatico e ameno della città. La sua posizione è incantevole. Da due collinette, che si ergono nel centro e che sono divise da un ampio piazzale, si domina buona parte della città, la distesa del mare e lo spettacolo maestoso dell’Etna. Per questa diversità di panorami che offre, il Giardino di Catania è considerato come uno dei migliori d’Europa. Chi guarda da una delle due colline, prova le stesse impressioni di chi sta a guardare Roma dalla spianata del Pincio o Firenze dal piazzale Michelangelo. I viali di questo giardino sono diversi e tortuosi, fittamente ombreggiati e tracciati tanto sul pendio delle due collinette, come nei punti piani della villa.

Diversi ponticelli, costruiti con vera eleganza, i sottopassaggi, un tunnel, le aiuole fiorite, i praticelli erbosi e ricchi di ogni specie di fiori, la fontana, il piazzale che divide le due colline, tutto si fonde per trasformare questo meraviglioso giardino in un luogo di delizie. Nell’estate vi si godono pomeriggi freschi, col riparo degli alti ed ombrosi alberi: meravigliosi tramonti per la calda orientale vivacità dei loro riflessi; le serate si passano deliziosamente, quando sciami di signore popolano la villa illuminata fantasticamente e riccamente”. Queste parole possono, ancora oggi, essere considerate pertinenti; l’atmosfera che si respira nella villa Bellini è la stessa che animava l’entusiasmo del nostro scrittore di guide. Nel 1932, l’antico ingresso sulla via Etnea venne reso monumentale; sempre quell’anno fu innalzato il cavalcavia sulla via Sant’Euplio e fu realizzata la grande vasca circolare nella quale vennero messi a dimora alcuni bellissimi cigni bianchi.
Nel 1933 l’artista M.M. Lazzaro collocò nel piazzale dell’ingresso principale le statue che personificano le arti.
Negli ultimi anni la villa Bellini accoglie spettacoli prestigiosi che allietano le serate dei catanesi e dei visitatori italiani e stranieri.

Fonte: Comune di Catania

 

DAY 2. PALERMO

Partiamo per Palermo in modo da riuscire ad arrivare in serata nello stesso giorno. Tra le due grandi città siciliane ci sono 2 ore di auto e l’unica concreta possibilità di spostamento è quella che avviene attraverso l’autostrada A19 completamente gratuita. Evitate i servizi treni che in Sicilia aimè non rappresentano un servizio adeguato di trasporto passeggeri. Potete affidarvi anche ad aziende di noleggio bus o ncc se desiderate un compromesso tra relax, lusso e spostamenti rapidi serviti da conducenti specializzati.

Palermo non gode di metropolita a differenza di Catania ma ha un servizio di monopattini elettrico formidabile, girerete tutto il centro storico in modalità smart.

 

I quattro canti

I Quattro Canti, o piazza Villena, o Ottagono del Sole, o Teatro del Sole, è il nome di una piazza ottagonale all’incrocio dei due principali assi viari di Palermo: la via Maqueda e il Cassaro, oggi Via Vittorio Emanuele (antica via di origine fenicia, collegante l’acropoli e il Palazzo dei Normanni al mare), a metà circa della loro lunghezza.

i 4 canti palermoQuesta piazza è stata una delle principali ambientazioni in cui sono state girate alcune delle più importanti scene del film Palermo Shooting (2008), insieme a palazzo Abatellis in cui si trova il celebre affresco del trionfo della morte (Palermo).

Fonte: WIKIPEDIA

 

Cattedrale Arabo – Normanna (patrimonio dell’UNESCO)

Tradizione vuole che la Cattedrale di Palermo, dedicata alla Vergine Assunta, sorga su una prima basilica cristiana del VI sec.

Trasformata in moschea sotto la dominazione islamica, nel 1072 venne restituita al culto cristiano da Roberto e Ruggero d’Altavilla.

A Gualtiero, arcivescovo di Palermo dal 1169 al 1190, si deve la costruzione dell’attuale edificio normanno, consacrato nel 1185. L’edificio ha un impianto basilicale a tre navate sul quale s’innesta un ampio santuario, ampliato da una spaziosa campata antistante. All’esterno, sul fianco meridionale, un ampio portico in stile gotico-catalano eretto intorno al 1465. La facciata sud-occidentale risale ai secoli XIV-XV, mentre il gruppo di campanili neogotici che svettano sulla torre campanaria, sono stati realizzati tra il 1840 e il 1844.

Il sistema decorativo a tarsie laviche, con motivi ornamentali di gusto islamico, ricopre sia i muri esterni della Cattedrale che le absidi, ed è in buona parte originale del XII secolo.

La chiesa risulta oggi divisa in tre navate da pilastri che sostengono volte a botte, con una cupola nel punto di incrocio tra il transetto e la navata centrale, a seguito degli interventi realizzati dal regio architetto Ferdinando Fuga tra il 1781 e il 1801.

Nelle prime due cappelle della navata meridionale si trovano le tombe degli imperatori e dei reali normanno-svevi di Sicilia: Costanza II d’Aragona, moglie di Federico II; Enrico VI; Federico II; Pietro II d’Aragona; Ruggero II.

A differenza di diverse altre costruzioni normanne, si ipotizza che l’interno della Cattedrale voluta da Gualtiero sia stato spoglio fin dall’origine, senza decorazioni pittoriche o musive.

Le uniche testimonianze pittoriche superstiti della fabbrica gualteriana consistono in un mosaico raffigurante la Vergine con il bambino tra angeli – posto nella nicchia al di sopra del portale lungo il fianco meridionale della Cattedrale – e nei residui della decorazione pittorica di fattura islamica del soffitto ligneo originario, confinato nel sottotetto dopo le ristrutturazioni tardo settecentesche, con motivi decorativi ad andamento geometrico, animali fantastici e croci inscritte entro un tondo.

Dietro il lato destro del transetto, è visitabile il Tesoro della Cattedrale: tra i pezzi più preziosi, la corona di Costanza d’Aragona, splendido esempio di gioielleria medievale.

Dal lato sinistro si accede, invece, alla cripta che, secondo alcuni studiosi, risalirebbe al VI secolo e soltanto in seguito modificata dai normanni. Divisa in due navate con volte a crociera sostenute da quattordici colonne, quasi tutte in granito egizio, ospita ventitré tombe di età romana e medievale, contenenti perlopiù le spoglie degli arcivescovi della cattedrale.

Fonte: https://arabonormannaunesco.it/i-monumenti-del-sito/cattedrale-di-palermo.html

 

Palazzo dei Normanni

Il Palazzo dei Normanni, noto anche come Palazzo Reale, si trova a Palermo ed è attualmente sede dell’Assemblea regionale siciliana. Il palazzo è la più antica residenza reale d’Europa, dimora dei sovrani del Regno di Sicilia, sede imperiale con Federico II e Corrado IV e dello storico Parlamento siciliano. Al primo piano del palazzo sorge la Cappella Palatina. L’ala ovest è assegnata all’Esercito italiano. È uno dei monumenti più visitati nell’isola. I servizi aggiuntivi turistici sono curati dalla Fondazione Federico II; gli ingressi principali sono su piazza del Parlamento, quello carraio è sul lato di piazza Indipendenza. Dal 3 luglio 2015 fa parte del Patrimonio dell’umanità nell’ambito del sito seriale “Palermo arabo-normanna e le cattedrali di Cefalù e Monreale”.

Museo Archeologico Regionale Antonino Salinas

Il Museo archeologico regionale “Antonino Salinas” è un museo che ha sede a Palermo. Possiede una delle più ricche collezioni archeologiche d’Italia e testimonianze della storia siciliana in tutte le sue fasi, che vanno dalla preistoria al medioevo. Al suo interno sono conservati i reperti e manufatti dei popoli che hanno determinato la storia dell’isola: fenici, punici, greci, romani e bizantini, ma anche manufatti di altri popoli come gli egizi e gli etruschi. Vi è conservata la Pietra di Palermo, un’importante testimonianza della storia dell’Antico Regno egiziano. Nato nel 1814, è stato museo nazionale fino al 1977, ed è dedicato ad Antonino Salinas, celebre archeologo e numismatico palermitano, che lo diresse.

 

Monreale

L’esperienza a Palermo sarà impegnativa, servirà un giorno intero per scoprire le meraviglie della città e una di queste è Monreale che si trova in periferia. Servirà tempo per spostarvi dal centro storico oltre 30 minuti con traffico scarso o moderato.

Monreale (Muṛṛiàli in siciliano) è un comune italiano di 38 461 abitanti della città metropolitana di Palermo in Sicilia.

Fa parte dell’Area metropolitana di Palermo, con il quale forma un unico agglomerato urbano. Il territorio circonda interamente quelli di San Giuseppe Jato e San Cipirello, tra loro confinanti, e quasi del tutto Camporeale; un’enclave più piccola è invece Ficuzza, frazione di Corleone.

La città è sede arcivescovile. Il sito Palermo arabo-normanna e le cattedrali di Cefalù e Monreale nel 2015 è stato dichiarato Patrimonio dell’umanità

La città di Monreale nacque con i Normanni nel XII secolo. Distante dalla città normanna sorgeva un antico villaggio arabo Balharā  situato alle pendici del Monte Caputo a 310 m sul livello del mare.

Se vai a Monreale non puoi non visitare la sua Cattedrale.

Il duomo di Monreale, altresì noto come cattedrale di Santa Maria Nuova, è il principale luogo di culto cattolico di Monreale, nella città metropolitana di Palermo, sede arcivescovile dell’arcidiocesi omonima.

Costruita a partire dal 1172 per volere di Guglielmo II d’Altavilla, re di Sicilia dal 1166 al 1189, è famosa per i ricchi mosaici bizantini che ne decorano l’interno. Nell’agosto del 1926 papa Pio XI l’ha elevata alla dignità di basilica minore. Dal 3 luglio 2015 fa parte del Patrimonio dell’umanità (UNESCO) nell’ambito dell’Itinerario arabo-normanno di Palermo, Cefalù e Monreale.

Il vasto interno della cattedrale ha pianta a croce latina con transetto poco sporgente che di fatto è una continuazione ai lati del presbiterio delle navate laterali. Le navate, terminanti ciascuna con un’abside semicircolare, sono divise da colonne antiche con pulvino e capitelli (alcuni dei quali di spoglio), anch’essi antichi con clipei di divinità che sostengono archi a sesto acuto di tipo arabo. I soffitti sono a travature scoperte e dipinte nelle navate e a stalattiti di tipo arabo nella crociera, questi ultimi rifatti nel 1811 dopo un incendio che aveva distrutto parte del tetto. Il pavimento, completato nel XVI secolo è musivo, con dischi di porfido e granito e con fasce marmoree intrecciate a linee spezzate.

All’interno è poi possibile osservare sul fianco destro dell’abside il sarcofago in porfido di Guglielmo I, morto nel 1166, e quello marmoreo di Guglielmo II il Buono. Sul lato sinistro, dentro tombe medievali, si trovano invece le spoglie di Margherita di Navarra e di Sicilia, moglie di Guglielmo I, e dei figli Ruggero ed Enrico e la Cappella di San Luigi dei Francesi con i resti del re Luigi IX.

monreale palermo

Altare argenteo di Luigi Valadier.

La parte più bassa delle pareti, dal fregio “a palmizi” al piano pavimentale, sul modello della Cappella Palatina di Palermo, è uniformemente resa ad incrostazione marmorea e fasce verticali (in tutto 493 unità), in mosaico ruotato, a motivi geometrici. Tali opere, assieme al pavimento del grande presbiterio e agli intarsi sugli arredi marmorei e sulle membrature architettoniche, costituiscono un complesso esecutivo di consistente estensione (circa 300 m² per le fasce a parete, e 975 m² per il pavimento del grande presbiterio) e un repertorio di motivi decorativi straordinariamente vario e numeroso. La cronologia esecutiva copre un arco temporale che va dalle origini della costruzione normanna fino ai primi anni del secolo scorso, con un incremento di intensità operativa nel corso dell’Ottocento, durante il quale si attuarono consistenti ed estesi interventi di restauro e integrazione. In attesa che giunga a compimento il lavoro di studio del prof. Giuseppe Oddo, sul mosaico decorativo in opus sectile a motivi geometrici del duomo di Monreale non sussiste al momento uno studio complessivo e organico.

Fonte: WIKIPEDIA

 

DAY 3. AGRIGENTO (LA VALLE DEI TEMPLI)

La Valle dei Templi è un parco archeologico della Sicilia caratterizzato dall’eccezionale stato di conservazione e da una serie di importanti templi dorici del periodo ellenico. Corrisponde all’antica Akragas, monumentale nucleo originario della città di Agrigento. Dal 2000 è parco archeologico regionale.

Dal 1997 l’intera zona è stata inserita nella lista dei patrimoni dell’umanità redatta dall’UNESCO. È considerata un’ambita meta turistica, oltre ad essere il simbolo della città e uno dei principali di tutta l’isola. Il parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi, con i suoi 1300 ettari, è il più grande parco archeologico d’Europa e del Mediterraneo.

agrigento la valle dei templiLa maggior parte degli scavi e del restauro dei templi si deve all’operato dell’archeologo Domenico Antonio Lo Faso Pietrasanta (1783-1863), Duca di Serradifalco dal 1809 al 1812. Durante il XX secolo, gli scavi e i restauri vennero principalmente finanziati da Sir Alexander Hardcastle. Permise gli scavi archeologici all’interno del parco, tra cui il raddrizzamento delle otto colonne sul lato sud del tempio di Eracle. Per i suoi contributi all’archeologia è stato nominato cittadino onorario della città di Agrigento, con la concessione del grado di Commendatore dell’Ordine della Corona d’Italia.

La nascita della polis agrigentina è legata allo sviluppo della polis Gela: la città, infatti, fu fondata nel 581 a.C. da alcuni abitanti di Gela, originari delle isole di Rodi e di Creta, col nome di Ἀκράγας (Akragas), dall’omonimo fiume che bagna il territorio. Fu una delle principali città del mondo antico, centro urbano importante sia economicamente che politicamente.

L’insediamento fu protetto nel VI secolo da un sistema difensivo, consistente in un circuito di mura che sfruttava le caratteristiche topografiche del luogo, costituito dal pianoro su fianco di colline che dominavano il litorale e di cui la “valle dei templi” occupava il margine sud e non costituiva l’acropoli, localizzata invece più a monte, in corrispondenza del nucleo medievale dell’attuale città.

L’espansionismo militare di Akragas ebbe particolare impulso al tempo del tiranno Terone (488-473 a.C.) e della vittoria sui Cartaginesi. Seguì un periodo di rivalità con Siracusa. I grandi templi, costruiti nel V secolo, testimoniano comunque la prosperità della città.

Dopo il saccheggio da parte dei Cartaginesi, nel 406 a.C., seguì un periodo di decadenza della città, che comunque fu ricostruita. Dal 262 a.C. Agrigento entrò nel dominio romano, restando tuttavia una città importante. A partire dal VII secolo la città si impoverì e si spopolò ed il centro urbano si ridusse alla sola collina dell’acropoli, venendo così abbandonate sia l’area urbana, che la zona dei templi.